Cinquanta operatori dell’Unità Operativa Complessa di Oculistica, presso l’IRCCS Sacro Cuore-Don Calabria, si sono messi “nei panni di…” pazienti ipovedenti e ciechi, al fine di apprendere le migliori tecniche di accompagnamento, grazie al percorso di formazione ideato da Progetto Yeah, ramo della cooperativa sociale QUID, e tenuto da due docenti d’eccezione Fabio Lotti e Marco Andreoli, fondatori del progetto Yeah.
“Nei panni di…”: imparare dai pazienti per comprendere la diversità.
“L’errore più comune che viene fatto è quello di voler guidare i movimenti di una persona non vedente con le logiche spazio-temporali di chi vede”, spiega Fabio Lotti.
Come spiegare quindi la diversità dei pazienti ipovedenti o ciechi agli operatori? Come individuare le giuste tecniche di accompagnamento per persone con disabilità? Molto semplice, provando a simulare la loro quotidianità…Questo è quello che è stato chiesto a 50 operatori tra infermieri, operatori socio-sanitari ed ortottisti che lavorano ogni giorno a contatto con persone con difficoltà visive.
Il corso proposto da progetto Yeah ha previsto, quindi, oltre alla parte teorica, una dimostrazione pratica con i corsisti che a turno si alternavano nel ruolo dell’accompagnatore e in quello dell’accompagnato, bendati con apposite mascherine.

“Supportare in maniera adeguata una persona non vedente o ipovedente durante la sua breve o lunga presenza in ospedale non è così scontato”, afferma la Dott.ssa Pertile, Direttore dell’Unità operativa di Oculistica, presso l’IRCCS Sacro Cuore-Don Calabria “Paradossalmente è meno complesso l’approccio con un paziente cieco rispetto a un ipovedente, riguardo al quale è difficile comprendere cosa riesca a fare autonomamente e in cosa invece necessita di aiuto. Ci sono inoltre le persone che prima del ricovero vedevano e che poi, a causa per esempio del distacco della retina dell’unico occhio sano, si trovano improvvisamente a non vedere nulla. Di solito si tratta di una condizione temporanea che comporta comunque la gestione, anche psicologica, di questa disabilità”.

Nella foto: da sinistra la dottoressa Grazia Pertile, Fabio Lotti e Marco Andreoli, Stefano Zullo e Roberta Foladori, rispettivamente coordinatore infermieristico del Reparto e del Servizio di Oculistica.
Attraverso i cinque incontri full immersion proposti da Yeah, tutti gli operatori hanno potuto sperimentare nuove ed efficaci tecniche di accompagnamento dei loro pazienti ipovedenti e ciechi, hanno approfondito come dare indicazioni di orientamento precise a coloro che riescono a vedere solo in parte e quali suggerimenti dare a coloro che, invece, si ritrovano all’improvviso a perdere la vista per un incidente o una malattia per affrontare la vita con questa nuova condizione.
